Si, viviamo in un mondo strano.

Vado a cena in città. Un tipico locale, ideale per ingoiare qualcosa, quando si è pronti per entrare in uno stato di fame atavica. Il mio cuore batte martellante e le vene sono governate da emozioni inquietanti. Deve essere la nona tazza di caffè bevuta di oggi, nonchè la trentesima di questa settimana.

Tremorii, soggetti al potere ingannevole della caffeina, pronta a trasformarsi in fatica e polvere al primo tocco. Quindi, corro disperatamente da una parte all’altra, soffro perché non riesco a gestirm per fare il tutto, mi condanno ogni qualvolta mi prendo un’oretta di riposo e per di più soffro di crisi di identità e di auto-accettazione.

Prendo il mio computer portatile sul tavolo e inizio a scrivere.

Credo che a volte vivo giorni che detesto. Penso al giorno di domani, nella speranza che oggi passi più in fretta. OGGI si trasforma in settimane e poi in anni sprecati su iniezie frustranti. E sembra che non ho alcun motivo per farlo. Entrano in questo profondo stato di meditazione e mi lascio trascinare dall’onda. Mi faccio un sacco di domande. Come in un circolo vizioso, ogni domanda ne scaturisce un’altra e poi un’altra ancora! Chi siamo noi per accelerare le cose?
Forse la scuola dovrebbe insegnarci come vivere in modo bello, invece di avvolgere il cervello con sciocchezze. Non lo so … una coppia al tavolo accanto discuteva. Le loro parole giungono alle mie orecchie, ma cerco di concentrarmi comunque sulla mia meditazione. Il dialogo però mi segue. Scrivendo, mi è venuto in mente di riprodurlo, però sarebbe troppo grossolano e privo di intimità.

E ovvio, sono al primo o secondo appuntamento. Mi stupisce la scelta del locale. Lo scambio di parole è ricco flirt, ma povero di contenuti e intelligenza. Scoprono entrambi la parte nascosta dell’altro, oppure la loro falsità. A un certo punto, iniziano a fotografarsi, cercando di includere tutto ciò che si trova nello spazio circostante. Poi ci sono un paio di minuti di silenzio mentre i due iniziano controllare i social network come facebook. Lei dice: “Chiediamo la nota. La prossima volta che andiamo al Club Z, guarda la mia amica che foto ha scattato là insieme al suo fidanzato, ed escono insieme solo da due settimane. Dobbiamo averne una uguale. ”

Non voglio commentare questa frase o ciò che seguì tra i due. Il punto è che siamo troppo ossessionati dal dimostrare qualcosa agli altri. Abbiamo la preoccupazione di mostrare quanto siamo felici, quello che abbiamo, dove stiamo andando e cosa facciamo. Costantemente vogliamo metterci a confronto e a competere con i 5.000 amici virtuali. Riteniamo che gli altri hanno uno stile di vita strepitoso. Creiamo rapporti di carta e sentimenti che si basano su interessi. Noi vogliamo apparire ciò che non siamo . E poi, quando tutto questo spettacolo cade a pezzi, ci troviamo ad affrontare la realtà. Qual è il fine di questi scenari?

Sì, viviamo in un mondo strano.
E torno alla mia meditazione…

ankiegolo7@yahoo.it

Si, viviamo in un mondo strano.ultima modifica: 2017-05-18T21:02:14+02:00da ankiegolo
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